Mare Izkue. Intervista all'autore de L'attico

Fotografia: Mar Izkue, profilo Facebook.

Mare Izkue È di Pamplona. Lì ha studiato giurisprudenza e parla inglese, francese, tedesco e basco. Ha vissuto in diversi paesi europei come Regno Unito, Olanda o Germania e ora risiede a Madrid. Dopo anni dedicati al business internazionale, ha deciso di dedicarsi alla sua vera passione: la scrittura. Il suo primo lungometraggio si intitola L'attico e in questo intervista Ci parla di lei e di altri argomenti. Ti ringrazio molto per il tuo tempo e la tua gentilezza.

Mar Izkue—Intervista

  • ACTUALIDAD LITERATURA: Il tuo romanzo d'esordio si intitola L'attico. Cosa ci racconti a riguardo e da dove nasce l'idea?

Mare di Izkue: ENelle parole della collega scrittrice Susana Rodríguez Lezaun, El ático è «un romanzo pieno di intrighi sulla lealtà, i misteri dell'amicizia femminile e i sogni infranti. Un esordio letterario di grande impatto».

Il primo paragrafo ci dice come Martín cade dal terrazzo di un attico. Mario Elizondo, l'ispettore di polizia incaricato di svelare se si tratti di omicidio o suicidio, viene presto intrappolato dai segreti e dalle bugie che intrecciano la rete attorno alla quale orbitano Lucía, Marilia, Rebeca ed Elena, che sono sua moglie e le sue amiche dell'infanzia. Tutte compongono un universo femminile che, agli occhi del poliziotto, è imperscrutabile: a volte sembrano sospettose, spesso complici, altre volte rivali. I resoconti in prima persona di queste quattro donne e dell'ispettore ci permetteranno di cercare di capire cosa sia realmente accaduto a Martín, anche se la verità sulla sua morte sembra caleidoscopica e intricata come la sua stessa esistenza e il suo rapporto con le donne.

L'idea nasce da...Io doro i solai!, e volendo combinare una storia che catturi il lettore con il volontà di creare personaggi reali con cui identificarsi e che affrontano situazioni che tutti noi affrontiamo, come l'invecchiamento o le molteplici facce della verità.

  • AL: Puoi tornare al primo libro che hai letto? E la prima storia che hai scritto?

MI: Dall'infanzia ricordo di aver letto tutti i libri di I cinque, Gli Hollister, I Sette Segreti… Ero un lettore compulsivo. 

E il primo scritto di cui sono a conoscenza è stato motivato da un fatto molto triste. Nel primo corso di quello GBS (avevamo 6 o 7 anni) un compagno di classe è morto, Maria Pilar. L'insegnante ci ha chiesto di scrivere un saggio. Qualche tempo dopo, sua madre venne a casa mia perché le leggessi il mio saggio, che l'insegnante le aveva scelto e dato. Ricordo ancora come se fosse oggi emozione che mi ha causato

  • AL: Un capo scrittore? Puoi sceglierne più di uno e di tutte le epoche.

MI: Vorrei evidenziare l'universo magico che Gabriel García Márquez creato in ogni sua opera. Mi hanno anche colpito molto, quando li ho letti, metamorfosi, di Kafka, o Morte a venezia di Tommaso Mann. In un registro molto diverso, ammiro la capacità di intrattenimento che mostra in tutte le sue opere. Agatha Christie.

  • AL: Quale personaggio in un libro ti sarebbe piaciuto incontrare e creare?

MI: Sherlock Holmes Mi sembra un personaggio che è sopravvissuto persino al suo autore, nel senso che oggi si potrebbero scrivere nuove storie di Sherlock Holmes. È un personaggio molto attraente per un vasto pubblico, famoso in quasi ogni angolo del mondo e totalmente riconoscibile.

  • AL: Qualche abitudine o abitudine speciale quando si tratta di scrivere o leggere?

MI: Cerco di non avere mania. Semmai, di solito mi preparo delle tazze infusi che finisce troppo presto.

  • AL: E il tuo luogo e momento preferito per farlo?

MI: a leggere Ne sto solo cercando uno posizione dove posso essere con comodità molto tempo senza muoversi, il che in realtà non è così semplice. Per scrivere Cerco sempre di farlo stesso angolo, sulla mia scrivania, un posto tranquillo con una buona luce da cui di tanto in tanto posso far volare i miei occhi dall'altra parte della finestra. Piuttosto scrivo nelle mattine perché sono più chiaro e la luce del giorno mi porta gioia.

  • AL: Ci sono altri generi che ti piacciono?

MI: Non mi limito a leggere un genere specifico, anche se è vero che ho letto un bel po' di gialli. Direi che il genere che mi piace di più è narrativa contemporanea.

  • AL: Cosa stai leggendo adesso? E la scrittura?

MI: Mi è stato appena consigliato all'autore americano Elizabeth accarezzò e lo leggerò subito. Per quanto riguarda la scrittura, sto dando il ritocchi finali a un romanzo dal tono più poliziesco che L'attico e che, senza essere una continuazione del mio primo romanzo, penso che i suoi lettori lo apprezzerebbero e mi permetterebbero di raggiungerne, spero, di nuovi.

  • AL: Come pensi che sia la scena editoriale e cosa ti ha deciso di provare a pubblicare?

MI: Quello che mi ha fatto decidere di provare a pubblicare è che, senza dubbio, ho bisogno di comunicare ai lettori le emozioni che provo quando scrivo. Mi dà molta soddisfazione vedere la reazione dei lettori, vedere che le emozioni e il messaggio arrivano, che riesco a coglierli nelle mie pagine.

Penso che la scena editoriale, che non è mai stata facile, lo sia sempre più complicato. Non c'è quasi spazio per nuove voci che non sono consigliate, che non hanno già un profilo pubblico o che hanno una lunga lista di sostenitori sui social network.

  • AL: Il momento di crisi che stiamo vivendo è difficile per te o riuscirai a mantenere qualcosa di positivo per le storie future?

MI: tutto cerchiamo di rimanere con qualcosa di positivo per il mero desiderio di sopravvivere, sebbene anche la realtà debba essere accettata e non intesa a mascherarla. La crisi mi colpisce, materialmente ed emotivamente, ma mi ripeto che sono fortunato, che ci sono persone che stanno passando un periodo molto peggiore e la cui sofferenza non dovrebbe essere messa a tacere.


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