Rebecca Argudo. Intervista all'autore di Tutti gli uomini tristi

Rebecca Argodo

Rebecca Argudo. Fotografia: (c)Carmen Suárez

Rebecca Argodo Lui è un giornalista. È collaboratrice di The Reason, giornale per il quale realizza interviste, reportage e articoli, e anche L'Obiettivo y Lo spagnolo, dove scrive colonne di opinione. Nel 2022 le è stato assegnato il premio Giornalismo Pop Eye. E ha esordito in letteratura con Gli uomini tristi indossano cappotti lunghi, il suo primo romanzo, che gli è stato proposto scrivere come commissione, cosa che non si rifiutò di fare nonostante i pregiudizi generali che di solito esistono contro la letteratura che commissiona.

Tutti gli uomini tristi indossano cappotti lunghi è scritto nel modulo epistolare ed è il lungo manoscritto che, intitolato dalla scritta “LEGGIMI”, una donna lascia il suo amante annunciandogli che lo lascia. Quindi il lettore conosce i fatti nello stesso momento in cui li conosce. Sono tre capitoli "Prima di quel giorno", "Dopo quel giorno" e "Quel giorno", che culmina in un tradimento che segnerà il destino di tutti i personaggi. Voi apprezzo Rebeca molto per il suo tempo e la sua gentilezza per questo intervista dove ci racconta questo romanzo e molti altri argomenti della sua carriera professionale.

Rebeca Argudo — Intervista

  • ACTUALIDAD LITERATURA: Il tuo romanzo si intitola Tutti gli uomini tristi indossano cappotti lunghi. Cosa ci dici e perché sarà interessante? 

REBECA ARGUDO: È la prima e spero che non sia l'ultima, ma sarà sempre la prima. In esso racconto la storia di un crepacuore, in formato epistolare e partendo dalla fine. COSÌ Spero che ciò che ti interessa sia come è scritto., perché fin dalla prima riga sappiamo che le cose finiscono male.

  • AL: Ricordi qualcuna delle tue prime letture? E la prima cosa che hai scritto?

RA: Non so se sono i primi, che suppongo siano libri per bambini con poca scrittura e molti disegni, ma sono i primi che ricordo: Piccolo Nicholas, i fumetti Asterix y In tutto il mondo nei giorni 80. L

La prima cosa che ho scritto sono state singole parole su una lavagna, copiando quelle scritte da mio nonno poco più in alto e, ora con un certo senso, il lettere al re

  • AL: Un autore di primo piano? Puoi sceglierne più di uno e tra tutti i periodi. 

RA: Non ho autori preferiti perché non mi piace tutto di nessuno. Mi piacciono di più i lavori di intestazione. Ho sempre a portata di mano, sì, I tre moschettieri e qualche album gatto pazzo. Quindi immagino che Alexandre Dumas e George Herriman siano le cose più vicine ai miei due autori preferiti.

  • AL: Quale personaggio ti sarebbe piaciuto incontrare e creare? 

RA: Lo so, grande Gatsby. Crea, a Conte di Montecristo

  • AL: Qualche abitudine o abitudine speciale quando si tratta di scrivere o leggere? 

RA: Mi piace. leggere su carta e scrivere al computer. Voglio dire, odio leggere sul mio computer o iPad, o scrivere sul mio telefono o iPad. Se non ho scelta, posso farlo. Ma, se posso scegliere, leggo su carta e scrivo al computer. 

  • AL: E il tuo luogo e momento preferito per farlo? 

RA:EScrivo sempre nelle battute, Adoro scrivere nei bar. A volte, se devo o non ho scelta, anche negli aeroporti o a casa. Ma se posso scegliere, preferisco il bar. Leggi, posso leggere ovunque. Anche camminare. Porto sempre con me un libro sopra.

  • AL: Quali altri generi ti piacciono? 

RA: Non ho molti fastidi. Ultimamente Ho letto molti saggi perché ci sono argomenti che mi interessano molto in questo momento: la libertà di espressione, il fenomeno della cancellazione, le battaglie culturali, la moralità esasperata, l'ascesa dei movimenti identitari...  Dato che devo leggerli anche per lavoro, non li leggo mi resta molto tempo per leggere per piacere. Per me è più facile dirti i generi Odio: l'autofiction e l'auto-aiuto

  • AL: Cosa stai leggendo adesso? E la scrittura?

RA: Ho sempre tre libri in lavorazione contemporaneamente che alterno: un saggio, un romanzo e un fumetto. In questo momento sto leggendo a prova di Costanza Rizzacasa d’Orsogna sulla cancel culture negli Stati Uniti, Il problema finale, di Arturo Pérez-Reverte e il fumetto Auschwitz, di Pasquale Croci. 

  • AL: Come pensi che sia la scena editoriale?

RA: Immagino che, come quasi chiunque abbia a che fare con la comunicazione: tcercando di sopravvivere e adattarsi alle nuove tecnologie e ad un nuovo paradigma che non è facile. Ma finché potrai continuare a trovare gemme mentre setacciale, sarà un buon segno. Inoltre, avremo sempre i classici.  

  • AL: Come stai gestendo il momento attuale in cui viviamo? 

RA: Con preoccupazione, come chiunque abbia a cuore cose come le libertà individuali, la salute della democrazia, la separazione dei poteri, i valori dell’illuminismo o dell’uguaglianza tra i cittadini.  


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