Beatrice Stefano. Colloquio

Lo scrittore

Beatrice Stefano combina il tuo lavoro come psicologo con l' letteratura. Ha diversi romanzi pubblicati e l'ultimo è intitolato crepuscolo della regina. In questo intervista Ci parla di lei e di altri argomenti. Apprezzo molto il tuo tempo e la tua abilità.

Beatriz Esteban — Intervista

  • ACTUALIDAD LITERATURA: Il tuo nuovo romanzo lo è crepuscolo della regina. Cosa ci racconti a riguardo e da dove nasce l'idea?

BEATRICE ESTEBANO: crepuscolo della regina è un romanzo ambientato ad Atlantide prima che affondasse, in un società matriarcale dove sirene e Atlantidei convivono in un'apparente tregua. Il romanzo segue la storia di Elayne, la principessa ereditaria che decide di fuggire dal palazzo dopo aver scoperto i suoi segreti, così O io, un giovane accecato dalla vendetta, e Campana, che non ricorda il suo passato ma ricorda la sirena che le fa visita, quando le loro vite si intrecciano mentre Atlantide è sferzata da ciò che ne farà una leggenda. 

Questo romanzo è nella mia testa da molti anni, quando mi è venuto in mente di chiedermi: cosa avrebbe potuto dare ad Atlantide così tanto potere? E se fosse stata la sua convivenza con le sirene? Quando ho indagato sul poco che si sa su Atlantide, mi è venuto in mente di trasformarla in una società matriarcale quando ho visto che adoravano una dea. Il resto è andato a posto come un domino: ogni personaggio segue la linea di una storia, un conflitto, un tropo che voleva scrivere. Tra i miei orecchini eterni c'era scrivere dal punto di vista di una sirena e della sua società, e con questo romanzo ho potuto anche realizzarlo.

  • AL: Ricordi una delle tue prime letture? E la prima storia che hai scritto?

BE: Sono cresciuto leggendo Kika Super Strega, un Laura Gallego nell'adolescenza... Quando ero piccolo, avevo circa storie Ho adorato il fatto che fossero divisi per lunghezza (rana, topo e oca credo fosse) e ho sempre chiesto quelli più lunghi.

La prima storia che ho scritto l'ho intitolata Limone. Stavo andando da un magico mondo tra le nuvole che, infatti, si chiamava Limón.

  • AL: Un capo scrittore? Puoi sceglierne più di uno e di tutte le epoche. 

BE: Ho sempre ammirato e ammiro molto il talento e la prosa di Vittoria Alvarez.

  • AL: Quale personaggio in un libro ti sarebbe piaciuto incontrare e creare? 

BE: Ci penso molto! Racconterò i protagonisti di I Sei di Atlante, l'ho letto di recente e sono rimasto affascinato dalle loro personalità e dalle dinamiche tra di loro.

  • AL: Qualche abitudine o abitudine speciale quando si tratta di scrivere o leggere? 

BE: Niente di troppo speciale. Sono un essere abitudinario quindi ho difficoltà a scrivere quando è lontano dal mio computer o senza musica di sottofondo. Durante la lettura, prima aveva l'abitudine di leggere sempre l'ultima frase prima di iniziare un nuovo romanzo, finché non ho ottenuto un grande spoiler (era con il secondo libro di Il jgiochi della fame) e ho smesso di farlo.

  • AL: E il tuo luogo e momento preferito per farlo? 

BE: Il mio momento e luogo preferito leggere è dentro il mio letto poco prima di dormire; L'ho fatto per tutta la vita. E scrivi ovunque, ma quando i panorami accompagnano lo apprezzo di più.

  • AL: Ci sono altri generi che ti piacciono? 

BE: Il mio genere preferito è fantasia, e mi piace molto anche il Storia

  • AL: Cosa stai leggendo adesso? E la scrittura?

BE: In questo momento sto leggendo non sarà mai per sempre, di Arantxa mangia. Sto scrivendo poco in questo momento, ma cerco di trovare momenti da dedicare al progetto che ho in mano ora, un romanzo dai toni onirici e realismo magico quale soprannome "Compagnia del Progetto". 

  • AL: Come pensi che sia la scena editoriale e cosa ti ha deciso di provare a pubblicare?

BE: L'industria editoriale sta seguendo a ritmo vertiginoso, ma la cosa più importante per me è che continuino a essere pubblicate storie che devono essere ascoltate, che anni fa non avevamo. Continuano ad essere luoghi in cui scopriamo e ritroviamo noi stessi. 

Ciò che mi ha fatto decidere quando ho iniziato a pubblicare più di sei anni fa è stato lo stesso motivo per cui pubblico adesso: il modo in cui queste storie ci uniscono, come ci aiutano a capire noi stessi e il mondo, e il rifugio che possiamo trovare in loro. Mi ha sempre sollevato pensare che le mie storie possano essere un rifugio non solo per me, ma anche per gli altri. 

  • AL: Il momento di crisi che stiamo vivendo è difficile per te o riuscirai a mantenere qualcosa di positivo per le storie future?

BE: Per me è essere un tempo dei cambiamenti, e tutti i cambiamenti sono difficili, anche quando sono buoni, ma voglio credere che siano quelli che ci fanno crescere. Cerco sempre che uno dei messaggi principali dei miei romanzi sia il esperanza, sperando che le cose possano cambiare e migliorare, quindi penso che questo risponda praticamente alla domanda.


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