4 grandi poesie per un Venerdì Santo. Anonimo, Lope, Machado e Mistral

Semana Santa. Vacanze, feste, torrijas e stufati, processioni e spiaggia, fede e meno fede. Y giorni di lettura. Quel divario che recuperiamo per prendere il libro desiderato o rileggerne altri. Torno a casa in questi giorni e di solito ne approfitto per variare quelle letture. Quindi sono andato con poesia, un'antologia di I 25.000 migliori versi della lingua spagnola.

Un Edizione 1963e il Circolo dei lettori, a cui erano iscritti i miei genitori. Il caso lo ha fatto, quando l'ho aperto, mi sono imbattuto in quello Sonetto a Gesù crocifisso di un così bel inizio. Quindi questi sono venuti da me quattro poesie che ha scritto quattro grandi -questo anonimo, Lope de Vega, Antonio Machado e Gabriela Mistral-. Per credenti e non credenti. Per tutti. Leggiamoli e godiamoci la loro bellezza.

Sonetto a Gesù crocifisso - Anonimo (XVI secolo)

Non mi commuove, mio ​​Dio, amarti
il cielo che mi hai promesso,
né l'inferno mi commuove così temuto
per smetterla di offenderti.

Mi commuovi, Signore, spingimi a vederti
inchiodato alla croce e deriso,
spingimi a vedere il tuo corpo così ferito,
Sono commosso dai tuoi affronti e dalla tua morte.

Muovimi, in breve, il tuo amore, e in questo modo,
che anche se non ci fosse il paradiso, ti amerei,
E anche se non ci fosse l'inferno, ti temerei.

Non devi darmi perché ti amo
Bene, anche se quello che spero non aspetterà,
lo stesso che ti amo, ti amerei.

Cosa ho che la mia amicizia cerca? - Lope de Vega (1562-1635)

Cosa ho che la mia amicizia cerca?
Quale interesse segui, mio ​​Gesù,
quello alla mia porta coperto di rugiada
Trascorri le buie notti invernali?

Oh quanto erano dure le mie viscere,
Beh, non l'ho aperto! Che strano delirio,
se il freddo ghiaccio della mia ingratitudine
prosciugato le piaghe delle tue piante pure!

Quante volte l'Angelo mi ha detto:
«Alma, ora sporgiti dalla finestra,
vedrai con quanto amore chiamare tenacia »!

E quante, bellezza sovrana,
"Domani lo apriremo", ha risposto,
per la stessa risposta domani!

La freccia - Antonio Machado (1875-1939)

Oh, la freccia, il canto
al Cristo degli zingari,
sempre con il sangue sulle mani,
sempre da sbloccare!
Canta del popolo andaluso,
che ogni primavera
chiede le scale
salire sulla croce!
Canta della mia terra,
che getta fiori
al Gesù dell'agonia,
ed è la fede dei miei anziani!
Oh, non sei la mia canzone!
Non posso cantare, né voglio
a quel Gesù sull'albero,
ma a chi camminava nel mare!

Notte - Gabriela Mistral (1889-1957)

Padre nostro che sei nei cieli,
perché ti dimentichi di me!
Ti sei ricordato del frutto a febbraio,
quando la sua polpa rubino diventa irritata.
Anche il mio lato è aperto
e tu non vuoi guardarmi!

Ti sei ricordato del grappolo nero
e lo diede al torchio cremisi;
e hai vagliato le foglie del pioppo,
con il tuo respiro, nell'aria sottile.
E nell'ampio torchio della morte
non vuoi ancora opprimermi il petto!

Camminando ho visto le violette aperte;
il falerno del vento ho bevuto,
e ho abbassato, gialle, le palpebre,
per non vedere più gennaio o aprile.

E ho stretto la bocca, allagata
della strofa che non devo spremere.
Hai colpito la nuvola autunnale
e vuoi rivolgerti a me!

Quello che mi ha baciato la guancia mi ha venduto;
Mi ha negato a causa della tunica cattiva.
Nei miei versi affronto il sangue,
come te sulla stoffa, gli ho dato,
e nella mia notte in giardino, sono stati io
Coward John e l'angelo ostile.

È arrivata la stanchezza infinita
per fissarmi negli occhi, finalmente:
la stanchezza del giorno in cui muore
e quello dell'alba che deve venire;
La stanchezza del cielo di latta
e la stanchezza del cielo indaco!

Ora lascio cadere il sandalo del martire
e le trecce che chiedono di dormire.
E perso nella notte, mi sveglio
il grido imparato da te:
Padre nostro che sei nei cieli,
perché ti dimentichi di me!


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