Gabriele Celeya nasce in un giorno come oggi nel 1911 a hernani. Vive a Madrid, dove conosce i poeti del '27 e altri intellettuali che lo decidono di dedicarsi interamente alla poesia. Tra le sue opere spiccano Plurale, Quasi in prosa o Penultime poesie. Con Chiaro per cancellare, per il quale ha vinto il Premio della Critica. E nel 1986 ha ricevuto il Premio nazionale per le lettere spagnole. Seleziono alcuni di loro poesie per ricordarlo.
Gabriel Celaya - poesie
A volte immagino di essere innamorato ...
A volte immagino di essere innamorato
Ed è dolce, ed è strano
anche se, visto dall'esterno, è stupido, assurdo.
Le canzoni alla moda mi sembrano belle
e mi sento così solo
che di notte bevo più del solito.
Adela si è innamorata di me, Marta si è innamorata di me,
e, alternativamente, Susanita e Carmen,
e alternativamente sono felice e piango.
Non sono molto intelligente, come hai capito,
ma mi fa piacere conoscerne uno dei tanti
e nell'essere volgare trovo un po 'di riposo.
L'uomo amore
La mia volontà rigorosa, la mia punta secca
cosa la doma
passioni oceaniche e voci antiche. Il cauterio che applico
a quella piaga amorosa che, senza forma, palpita.
Se ferisco, uccido, depongo le uova.
(Il suo sorriso senza vita mi commuove e mi eccita.)
Se lo accarezzo, misuro,
sottoporre i propri errori e tutto il resto
la somma morbidezza che non invita a nulla.
Finché finalmente, nel sangue,
in lei solo se stessa,
nel mio attraversare i miei sentimenti,
Lo capisco, lo uccido, muoio.
Appassionatamente
E così tanto, e così tanto ti amo
che le mie parole muoiono
in un pettegolezzo di baci senza sosta!
E ancora così tanto che le mie mani
non ti trovano quando ti toccano!
Così tanto e così senza riposo,
che io fluisco, e io fluisco e io fluisco,
e sta solo piangendo!
Vicino e lontano
Oltre il peccato
indicibile, ti adoro,
e quando cerchi le mie parole
Trovo solo pochi baci.
Sul petto, sulla nuca,
Ti amo.
Nel calice segreto,
Ti amo.
dove la tua pancia è combo,
fuggitivo la schiena,
il tuo corpo puzzolente,
Ti amo.
Di notte
E la notte sorge come la musica in divenire,
e le stelle brillano tremanti per essere spente,
e il freddo, il freddo limpido,
il grande freddo del mondo,
la piccola realtà di ciò che vedo e tocco,
il piccolo amore che trovo,
mi spingono a cercarti,
donna, in una certa foresta di battiti caldi.
Solo tu, dolcezza,
dolce negli odori di linfa densa e forte,
senza parole, molto vicino, palpitante con me,
solo tu sei reale in un mondo finto;
e ti tocco, e ti credo,
e sei calda e morbida matrice di realtà,
amante, rifugio, madre,
o peso della terra che solo in te accarezzi,
o presenza che dura ancora quando chiudo gli occhi,
fuori di me, così bella.
Resto
Con tenerezza, con pace, con innocenza,
con una leggera tristezza o stanchezza
che diventa un cane fedele che accarezziamo,
Sono seduto sulla mia sedia e sono felice
e sono felice
perché non sento il bisogno di pensare qualcosa di preciso.
Con una stanchezza che non è una delusione,
con una gioia che non incoraggia la speranza,
Sono sulla mia sedia e sono
in qualcosa che forse ama solo.
So di galleggiare
eppure niente mi sembra indifferente;
So che niente mi rende felice o mi fa male
eppure tutto mi tocca;
So che è amore
o forse è solo una dolce stanchezza;
so di essere felice
perché non sento il bisogno di pensare qualcosa di preciso.
Addio
Forse quando morirò
diranno: era un poeta.
E il mondo, sempre bello, brillerà senza coscienza.
Forse non ti ricordi
chi ero, ma in te suonano
i versi anonimi che un giorno ho messo in lavorazione.
Forse non è rimasto niente
non una parola da parte mia,
nessuna di queste parole che oggi sogno domani.
Ma visto o non visto
ma detto o non detto,
Sarò nella tua ombra, oh meravigliosamente vivo!
Continuerò a seguire,
Continuerò a morire
Sarò, non so come, parte del grande concerto.
Non conoscevo Celaya, mi piacciono molto queste poesie… ..dal Venezuela