Luis de Camoes, anniversario della sua morte. 4 poesie

Tomba di Luis de Camoes. Fotografia (c) Brian Snelson. Flickr.

Luis de Camoes è il poeta nazionale del Portogallo. Oggi un nuovo anniversario della sua morte en Lisbona en 1580, dove viveva anche lui. La sua opera poetica più conosciuta è I Lusiadi, ma ha anche scritto tre commedie teatrali. Con una vita molto intensa tra corte, carcere e viaggi, alla fine dei suoi giorni viveva in povertà e malato. Nella sua memoria Sottolineo queste 4 poesie.

Louis de Camoès

Si ritiene che sia nato a Lisbona nel 1524 e che ha studiato presso l'Università di Coimbra. Si trasferì a Lisbona nel 1542, dove frequentò la corte del re Giovanni iii, dove ha fatto conoscere il suo genio poetico. Ma dovette andare in esilio a causa di una relazione.

Nel 1547 iniziò la sua carriera militare e nel 1550 tornò a Lisbona, dove ebbe nuovamente problemi e fu incarcerato per lotta di strada. Dopo aver lasciato tre anni dopo, se ne andò India, sopravvissuto a un naufragio e tornato a Lisbona nel 1570.

Il tema principale della sua poesia è conflitto tra amore appassionato e sensuale e l'ideale neoplatonico di amore spirituale. Sopra I Lusiadi, la sua opera più famosa, esaltava le gesta dei figli di Luso, portoghese, ma rifletteva anche l'amarezza per gli aspetti più crudeli del colonialismo portoghese. Quello stesso tono pessimista rimane nella sua lirica. È stato anche l'autore di tre commedie: ospite, Re Seleuco  y filodemo.

4 poesie

Voglio andare, madre

Io voglio andare, madre,
a quella cambusa,
con il marinaio
essere un marinaio.

Madre, se vado,
qualsiasi cosa io voglia,
Non lo voglio
che l'Amore lo vuole.
Quel feroce bambino
mi fa morire
da un marinaio
essere un marinaio.

Colui che può fare qualsiasi cosa
madre, non sarai in grado di,
Ebbene l'anima va
lascia che il corpo rimanga.
Con lui, per il quale muoio
Vado, perché non muoio:
che se è un marinaio,
Sarò un marinaio.

È una legge tirannica
del ragazzo signore
quello per amore
un re viene scartato.
Bene in questo modo
Voglio andare, voglio
da un marinaio
essere un marinaio.

Dì onde, quando
ti sei vestita da ragazza,
essendo tenero e bello,
vai a navigare?
Ma cosa non ci si aspetta
da quel feroce bambino?
Guarda chi voglio:
essere marinaro.

***

Occhi, mi hai ferito

Occhi, mi hai ferito
finisci di uccidermi;
di più, morto, guardami di nuovo,
perché mi resusciti.

Beh, mi hai fatto una tale ferita
volendo uccidermi,
morire è per me una dolce fortuna,
Ebbene, morendo mi dai la vita.
Occhi, cosa stai fermando?
Finisci di uccidermi adesso;
di più, morto, guardami di nuovo,
perché mi resusciti.

La piaga, giusto, è già mia,
anche se, occhi, non vuoi;
ma se mi dai la morte,
morire è gioia per me.
E così dico finisci
oh occhi, già per uccidermi;
di più, morto, guardami di nuovo,
perché mi resusciti.

***

Vedendo la tua bellezza, oh amore mio

Vedendo la tua bellezza, oh amore mio
dai miei occhi dolcissimo sostentamento,
così in alto è il mio pensiero
Conosco già il paradiso nel tuo spirito.

E così gran parte della terra mi allontano
che non valuto nulla nella tua conformità,
e assorto nel contemplare la tua meraviglia
Sono muto, mio ​​bene, e delirio.

Guardandoci, signora, mi confondo,
per tutti coloro che contemplano il tuo incantesimo
non posso dire le tue belle grazie.

Perché il mondo vede così tanta bellezza in te
che non gli sorprende vedere chi ti ha fatto
È l'autore del cielo e delle stelle.

***

I tempi e le volontà cambiano

I tempi e le volontà cambiano;
essere cambiamenti, fidarsi dei cambiamenti;
il mondo è fatto di movimento
prendendo sempre nuove qualità.

Guardiamo continuamente le notizie
diverso in tutto sperare;
dal male resta la pena nell'appartenenza;
e di quelle buone, se ce ne fossero, le saudades.

Il tempo si volta a coprire con un mantello verde
la valle dove brillava la neve:
la stessa canzone diventa piangente in me.

E, ad eccezione di questo cambiamento di ogni giorno,
in movimento, ce n'è un altro di maggiore spavento:
che non si muove più come faceva prima.


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