Compleanno di Margaret Atwood. poesie selezionate

Compleanno di Margaret Atwood

Margaret Atwood è uno degli autori più rappresentativo —per non dire il massimo— della letteratura contemporanea canadese ed è nato in un giorno come oggi nel 1939 a Ottawa. Anche sceneggiatore e critico letterario, forse il suo aspetto di poeta è il meno conosciuto o seguita, eclissata dall'enorme popolarità recente dei suoi lavori narrativi, che portano l'impronta della sua difesa dei diritti delle donne, della protesta sociale e delle sue trame distopiche.

Gli adattamenti che sono stati realizzati per la televisione come serie di titoli come Il racconto dell'ancella o Alias ​​Grace Hanno guadagnato il favore della critica e del pubblico in egual misura. Ha ricevuto diversi premi tra cui il Principe delle Asturie delle Lettere nel 2008. Ma oggi portiamo questo selezione di poesie selezionato dal suo lavoro. Per scoprirlo e festeggiare questo compleanno.

Margaret Atwood - Poesie

Hotel

Mi sveglio al buio
in una strana stanza
C'è una voce sul soffitto
con un messaggio per me.

ripetere più e più volte
la stessa assenza di parole,

il suono che fa l'amore
quando raggiunge il suolo,

costretto in un corpo,
messo alle strette. c'è una donna al piano di sopra

senza volto e con un animale
straniero che le trema dentro.

Mostra i denti e singhiozza;
la voce sussurra attraverso le pareti e il pavimento;
ora è libera, libera e corre
in discesa verso il mare, come l'acqua.

Esamina l'aria intorno a te e trova
spazio. Alla fine, io

penetra e diventa mio.

Flashback alla guerra del 1837

Uno dei
cose che ho scoperto
in esso, e da allora:

che la storia (quella lista
di desideri gonfiati e colpi di fortuna,
battute d'arresto, cadute ed errori che si attaccano
come paracadute)

fa casino con la tua mente
da un lato, e dall'altro scorre

che questa guerra sarà presto tra quelli
piccole figure antiche
che ti offusca e ti annacqua
dalla nuca,
confuso, irrequieto, insicuro
cosa ci fanno lì

e che di tanto in tanto appaiono con una faccia
idiota e un mucchio di mani di banana;
con bandiere,
con le armi, andando sugli alberi
tratto marrone e scarabocchio verde

o, in un disegno a matita grigio scuro
da una fortezza, si nascondono sparando
l'un l'altro, fumo e fuoco rosso
che nella mano di un bambino diventano realtà.

Altri possibili pensieri dal sottosuolo

Fuori uso. sepolto. posso sentire
risate leggere e passi; lo stridore
di vetro e acciaio

gli invasori di coloro che avevano
la foresta come rifugio
e il fuoco per il terrore e qualcosa di sacro

gli eredi, quelli che hanno allevato
strutture fragili.

Il mio cuore sepolto per decenni
Dai pensieri precedenti, prega ancora

Ah abbatti questo orgoglio di cristallo, Babylon
cementato senza fuoco, attraverso il sottosuolo
Prega il mio impassibile Dio fossile.

Ma restano. Estinto. io sento
disprezzo e tuttavia pietà: che ossa
dei grandi rettili

disintegrato da qualcosa
(diciamo per lui
meteo) fuori portata
che il suo semplice significato
di ciò che era buono li ha rintracciati

sentito quando lo erano
perseguitato, sepolto tra i soffici immorali
mammiferi insensibili annullati.

Davanti a uno specchio

è stato come svegliarsi
dopo aver dormito sette anni

e mi ritrovo con un nastro rigido,
di un nero rigoroso
marcio dalla terra e dai torrenti

ma invece la mia pelle si è indurita
di corteccia e radici come capelli bianchi

La mia faccia ereditata l'ho portata con me
un guscio d'uovo schiacciato
tra gli altri rifiuti:
il piatto di terracotta in frantumi
sul sentiero nel bosco, lo scialle
dall'India lacerata, frammenti di lettere

e il sole qui mi ha impressionato
il suo colore barbaro

Le mie mani sono diventate rigide, le mie dita
fragili come rami
e occhi perplessi dopo
sette anni e quasi
ciechi/gemme, che vedono solo
el viento
la bocca che si apre
e si spezza come una roccia in fiamme
quando si cerca di dire

Cos'è questo

(trovi solo
come sei già,
ma cosa
se hai già dimenticato in cosa consisteva
oppure lo scopri
non l'hai mai saputo)

l'uomo che era

Nel campo con la neve mio marito sta aprendo
una X, concetto definito prima di un vuoto;
se ne va finché rimane
nascosto dalla foresta

Quando non lo vedo più
cosa è diventato
quale altro modo
si mescola nel
erbacce, ondeggia nelle pozzanghere
si nasconde dall'allerta
presenza di animali di palude

Ritornare a
a mezzogiorno; o forse l'idea
cosa ho di lui
qualunque cosa mi ritrovi
e con lui che si ripara dietro di lei.

Potrebbe trasformare anche me
se arriva con gli occhi della volpe o quelli del gufo
o con l'otto
occhi di ragno

non riesco a immaginare
cosa vedrai
quando apro la porta

Fonte: una voce bassa


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