Francisca Aguirre muore. 4 poesie per la tua memoria

Fotografia originale: (c) La Razón.

Il poeta di Alicante Francesca Aguirre, meglio conosciuta come Paca Aguirre, è morto a Madrid a 88 anni anni. Appartenente al cosiddetto «un'altra generazione degli anni '50»Era uno dei pochi autori ancora attivi. Simbolismo, profondità, profondità ma anche celebrazione della vita, vicinanza, nostalgia e amore costituiscono un'opera di tardivo riconoscimento, ma degna a pieno diritto. Questi sono 4 delle sue poesie che evidenzio.

Francesca Aguirre

Era la figlia del pittore Immagine segnaposto Lorenzo Aguirre ed era sposato con Felix Grande, un altro importante poeta, con il quale ha avuto un figlia anche un poeta, Guadalupe Grande.

Ci è voluto molto tempo per la pubblicazione ed è stato considerato molto influenzato da Antonio Machado per quanto riguarda il processo di creazione letteraria, che dovrebbe essere a riflesso della propria esistenza più di quel lavoro creativo. Quell'influenza machadiana è stata anche ciò che è emerso maggiormente quando ha ricevuto il Premio nazionale di letteratura l'anno scorso.

Tra le sue opere più note e rilevanti, va notato Itaca, premiato con il Leopoldo Panero della poesia. Con Storia di un'anatomia ha ricevuto il Premio nazionale di poesia nel 2011.

4 poesie

Itaca

E chi è mai stato a Itaca?
Chi non conosce il suo aspro panorama,
l'anello di mare che lo comprime,
l'austera intimità che ci impone,
l'estremo silenzio che ci traccia?
Itaca ci riassume come un libro,
ci accompagna verso noi stessi,
rivela il suono dell'attesa.
Perché l'attesa suona:
continua a echeggiare voci che non ci sono più.
Itaca ci denuncia il battito cardiaco della vita,
ci rende complici della lontananza,
guardiani ciechi di un sentiero
cosa si fa senza di noi,
che non potremo dimenticare perché
non c'è dimenticanza per l'ignoranza.
È doloroso svegliarsi un giorno
e contemplare il mare che ci abbraccia,
che ci unge di sale e ci battezza come nuovi figli.
Ricordiamo i giorni del vino condiviso
le parole, non l'eco;
le mani, non il gesto annacquato.
Vedo il mare che mi circonda,
il barbone blu in cui ti sei perso,
Controllo l'orizzonte con avidità esausta,
Lascio gli occhi per un momento
adempiere al suo bellissimo ufficio;
poi mi volto
e dirigo i miei passi verso Itaca.

***

L'ultima neve

A Pedro García Dominguez

Una bella bugia ti accompagna,
ma non riesce ad accarezzarti.
Sai solo cosa dicono di lei
quali libri enigmatici ti spiegano
che raccontano una storia favolosa
con parole piene di significato,
pieno di chiarezza e peso esatti,
e che però tu non capisci.
Ma la tua fede ti salva, ti mantiene.

Una bella bugia veglia su di te,
anche se lui non può vederti, e tu lo sai.
Lo sai in quel modo inspiegabile
in cui sappiamo cosa ci ferisce di più.

Piove dal cielo tempo e ombra,
piove innocenza e folle dolore.
Un fuoco di ombre ti illumina,
mentre la neve spegne le stelle
che una volta erano braci permanenti.

Una bella bugia ti accompagna;
a infiniti milioni di anni luce,
intatta e compassionevole, la neve si diffonde.

***

Testimone d'eccezione

A Maribel e Ana

Un mare, un mare è ciò di cui ho bisogno.
Un mare e nient'altro, nient'altro.
Il resto è piccolo, insufficiente, povero.
Un mare, un mare è ciò di cui ho bisogno.
Non una montagna, un fiume, un cielo.
No, niente niente,
solo un mare.
Non voglio nemmeno fiori, mani,
non un cuore che mi consoli.
Non voglio un cuore
in cambio di un altro cuore.
Non voglio che mi parlino d'amore
in cambio di amore.
Voglio solo un mare:
Ho solo bisogno di un mare.
A un'acqua di distanza
un'acqua che non fuoriesce,
un'acqua misericordiosa
cosa lavare il mio cuore
e lasciarlo sulla sua riva
essere spinto dalle sue onde,
leccato dalla sua lingua di sale
che guarisce le ferite.
Un mare, un mare di cui essere complice.
Un mare per raccontare tutto.
Un mare, credimi, ho bisogno di un mare,
un mare dove i mari piangono
e nessuno se ne accorge.

***

Molto tempo fa

A Nati e Jorge Riechmann

Ricordo una volta quando ero bambino
mi sembrava che il mondo fosse un deserto.
Gli uccelli ci avevano abbandonato per sempre:
le stelle non avevano senso
e il mare non era più al suo posto,
Come se fosse tutto un sogno sbagliato

Lo so una volta quando ero bambino
il mondo era una tomba, un enorme buco,
una voragine che ha inghiottito la vita,
un imbuto attraverso il quale il futuro è fuggito.

È vero che una volta, durante l'infanzia,
Ho sentito il silenzio come un urlo di sabbia.
Le anime, i fiumi e i miei templi tacevano,
il mio sangue si è fermato, come se all'improvviso,
senza capire perché, mi avrebbero spento.

E il mondo era andato, solo io sono rimasto:
uno stupore triste come una morte triste,
una stranezza strana, umida e appiccicosa.
E un odio lacerante, una rabbia omicida
che, paziente, è salito al petto,
arrivava fino ai denti, facendoli digrignare.

È vero, è stato tanto tempo fa, quando tutto è iniziato,
quando il mondo aveva la dimensione di un uomo,
ed ero sicuro che un giorno mio padre sarebbe tornato
e mentre cantava davanti al suo cavalletto
le navi sarebbero rimaste ferme nel porto
e la luna sarebbe uscita con il suo viso color crema.

Ma non è mai tornato.
Rimangono solo i suoi quadri,
i suoi paesaggi, le sue barche,
la luce mediterranea che era nei suoi pennelli
e una ragazza che aspetta su un molo lontano
e una donna che sa che i morti non muoiono.


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